IL CALAMO DI EUTERPE - Giovanni Pasqualino
IL CALAMO DI EUTERPE
È un cappello a tre punte, questa raccolta di saggi: la musica, la letteratura, la Sicilia. Da tempo la poesia per musica è oggetto di un settore della musicologia, e in tal senso Pasqualino ha fatto scelte precise: narratori, librettisti, critici, musicisti, scrittori nell’accezione più ampia dal romanziere al poeta. I personaggi sono spesso noti, da Boito e Verga a Montale e Vigolo via Pirandello, ma raramente sono altrettanto noti sotto il profilo dell’interesse e della competenza musicale Delle figure affrontate l’autore ha abbondato in citazioni, da stralci di prosa a passi in versi. Dunque scrittori e la musica: chi la amava, chi la conosceva quasi per sentito dire, chi ne aveva un’idea intelligente o chi la avvicinava per sfruttarla o per lavorarvi sopra; anche chi la praticava da musicista, dilettante o professionista. Musicista era Bruno Barilli, penna sopraffina e uomo difficile, e proprio musicista non fu Eugenio Montale, che però, studiando canto da giovane, poteva diventarlo (baritono!!). Di alcune « sciocchezze » aveva gran paura Massimo Bontempelli: dell’armonia e del contrappunto, mentre Vitaliano Brancati esagerava un po’, ma non aveva mica tutti i torti: la musica è cosa sensuale, corporale, viscerale, che ti conquista nel basso ma forse ti lascia indifferente nell’alto. Federico De Roberto dava fiducia solo al poema sinfonico, a una musica polistrumentale che non vuole fornicare con la vile parola, mentre il povero Giuseppe Vannicola, marchigiano vissuto fra Otto e Novecento che passava dall’archetto alla penna, la musica la voleva assoluta da tutto, diversa dalle altre arti e a tutte superiore. È questo un volume colmo di curiosità da scoprire. Bastava andarle a cercare, e con la sua buona volontà e ottima cultura Giovanni Pasqualino si è messo in moto.
p. 290
GIOVANNI PASQUALINO
Nato a Catania, si laurea nella sua città in Filosofia e Storia, e contemporaneamente si diploma in pianoforte presso il Conservatorio “A. Corelli” di Messina. Nel 1990 vince la quindicesima edizione del Premio Casentino, sezione saggistica, presieduta da Carlo Bo, con l’inedito Antonio Bruno: un maudit siciliano. Ha pubblicato i saggi: Il trillo del diavolo, Il demonico nell’arte (Solfanelli). Il Gallus Cantavit, Un enigma belliniano (Tabula Fati). Vincenzo Tobia Bellini. Dall’Abruzzo alla Sicilia e Giacomo Sacchero, Un librettista siciliano alla Scala di Milano (Bastogi). Collabora con le Newsletter della Donizetti Society di Londra ed è direttore editoriale dal 2006 del magazine on line di musica, cultura e spettacolo Bellininews da lui fondato.
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